domenica , 22 Dicembre 2024
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Stiamo solo difendendo le nostre famiglie e la comunità indigena: San Miguel Aquila

Estamos en defensa de nuestras familias y de la comunidad ind’ge
Nel municipio dell’Aquila che si trova sulla costa dello stato del Michoacán, a vari chilometri dal centro amministrativo comunale, si è formato un gruppo di autodifesa “per un’Aquila libera”, dopo che i propri dirigenti sono stati minacciati dal crimine organizzato che opera nella regione.
Le pressioni e le minacce arrivarono con l’appoggio di più di 150 elementi della polizia federale che giunsero nel municipio, lunedì a mezzogiorno; i comuneros si sono rifugiati tra le montagne dello stesso municipio,in quanto lo stesso esercito messicano li voleva disarmare come condizione necessaria “affinché il governo li potesse aiutare”. Invece, i comuneros hanno formato il gruppo di autodifesa, avvertendo che non avrebbero mai deposto le armi, né le camicie del gruppo di autodifesa.
Segue un intervista esclusiva dei dirigenti del gruppo di autodifesa:

“Siamo comuneros del municipio, siamo stanchi della delinquenza che svolge la propria attività criminale all’interno della regione, abbiamo visto che lo fecero già i municipi di Tierra Caliente, e perciò anche noi ci siamo organizzati; non ce la facciamo più delle pressioni che ci impone il crimine organizzato, questo ci ha spinto a prendere le armi e nasconderci in queste montagne. Stiamo difendendo le nostre famiglie e la nostra comunità indigena di San Miguel de Aquila, il governo non ci ha lasciato altra alternativa; vediamo che i membri dell’esercito parlano tranquillamente con i sicari, bevendoci anche delle birre insieme, questa è stata la causa per la quale le comunità del municipio hanno deciso di organizzarsi per far fronte a queste problematiche.
Arrivò il governo statale che voleva trovare una soluzione al conflitto,però giunsero con la pretesa che “se volevamo essere aiutati”, dovevamo disarmarci e levarci le nostre magliette della polizia comunitaria .Vennero ad imporci delle condizioni; noi pensammo che in questo momento ed a questo livello di conflitto in cui si trova la comunità di San Miguel de Aquila, non possiamo permetterci che ci vengano imposte delle condizioni, ed inoltre non crediamo al governo.
Stanno sfruttando le nostre risorse naturali, composte principalmente da ferro, il giorno in cui arrivò il governo nella nostra comunità,gli dicemmo che le miniere sono sfruttate dal crimine organizzato, ed invece di indagare, protesse maggiormente gli integranti del crimine organizzato, e paradossalmente ci furono ancora più affiliati che cominciarono a lavorare in queste miniere. Per questo non crediamo più al governo statale, e chiediamo al governo federale che intervenga e ci garantisca una sicurezza per le nostre famiglie e per le risorse naturali della nostra comunità (…)
Sono tante le risorse che ci sono nel nostro municipio di San Miguel, infatti è uno dei più ricchi a livello di risorse, ma è anche uno dei più poveri, perchè le imprese multinazionali stanno approfittando delle risorse della nostra comunità.
La polizia comunitaria di San Miguel de Aquila si vuole identificare con una maglietta bianca con la scritta “per un’Aquila libera”.
Fummo testimoni di una manifestazione che si fece nel villaggio, da parte del crimine organizzato appoggiato da alcuni residenti del municipio, perciò ci troviamo rifugiati nelle montagne, e da qui faremmo sentire la nostra voce fino a quando non otterremmo giustizia, per la sicurezza del municipio e per i suoi abitanti.”

Infine il gruppo di autodifesa “per un’Aquila libera” chiese l’appoggio agli altri municipi, così come del popolo messicano. Anche gli altri municipi hanno potuto far fronte alla situazione problematica che stanno vivendo creando organi di polizia comunitaria, dato che gli elementi dell’esercito messicano e della polizia municipale sono relazionati con il crimine organizzato e lo proteggono.
Bisogna segnalare che nel municipio dell’Aquila l’esercito sta intralciando il lavoro della polizia federale; a livello che i soldati stanno cercando di espellere la polizia federale dalla zona.
All’unisono i portavoci della Comune affermano che “…Il deputato priista Mario Álvarez e tutti i narcospriisti, tra questi anche il sindaco Juan Hernández y José Cortés Cochelo, trassero i soldati per proteggersi. Quindi i soldati che si trovano in questa zona sono collusi con i criminali stessi; sono anni che si trovano in questa zona e non sono mai stati cambiati. Il progetto dei narcos è quello di disarmare gli abitanti del municipio, affinchè il popolo non si riprenda le miniere, inoltre hanno circondato i comunitari, e quando arrivò la polizia federale, ci fu un punto che quasi si stavano scontrando con essi.”
Nel pomeriggio di martedì scorso ci fu una manifestazione di fronte alla presidenza municipale, dove parteciparono donne, uomini e bambini. La manifestazione sfociò in momenti di tensione tra i comunitari e durò all’incirca un’ora, dopo di che i manifestanti furono dispersi in differenti direzioni.

Juan José Estrada Serafín

Agencia Subversiones

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