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Lavoratrici del sesso marciano nella festa del lavoratore/della lavoratrice

Lavoratrici del sesso:“Il governo è il più grande pappone”

 

Per il riconoscimento del lavoro sessuale come lavoro non salariato

I clienti non generano la tratta di persone

Di Jaime Montejo dell’Agencia di Notizie Indipendente Noti-Calle, Città del Messico, 1 maggio 2013. Alle 10:15 un gruppo di oltre 300 lavoratrici del sesso e trans di La Merced, Tlalpan Veracruz e dello stato del Messico, insieme ad attiviste della Brigata di Strada di Appoggio alla Donna “Elisa Martínez”, hanno sfilato verso lo zocalo della capitale per le strade di Circunvalación, San Pablo e 20 de noviembre, per esigere rispetto per la propria professione ed il riconoscimento dei diritti sul lavoro.

Le partecipanti hanno protestato contro la legge in materia di tratta di persone del deputato Manuel Granados Covarrubias, della VI legislatura del Distretto Federale, che trasforma tutte le lavoratrici del sesso in vittime o carnefici e i loro clienti in delinquenti.

Al gruppo di manifestanti si sono aggiunte femministe anarchiche de “la Sesta” del presidio sotto il carcere di Santiaguito per i/le prigionier* politic* di Atenco, oltre a integranti del gruppo “La otra Salud”, “los nadies” (i nessuno, ndt), un gruppo dell’UNAM (Università Nazionale Autonoma del Messico) Xochimilco e media liberi come “Regeneración radio” e “ Desinformémonos”.

Alcuni cartelli elaborati dalle lavoratrici del sesso partecipanti riportavano frasi come: La strada è di chi ci lavora; Il più grande pappone è il governo; I nostri clienti non sono criminali; Né vittime né carnefici. Durante il corteo si sono cantati slogan come “Mancera (governatore del Distretto Federale – ndt) ascolta, la strada è di chi lotta”, “Rispetto totale al lavoro sessuale”, “La strada di chi è? Di chi ci lavora”!

Dal palco dello zocalo Elvira Madrid Romero, presidente della Brigata di Strada ha affermato che non è giusto il fatto che sia stata fatta una legge sulla tratta di persone per il Distretto Federale senza consultare le lavoratrici del sesso. Ha aggiunto che “questo primo maggio sfiliamo perché si riconosca il lavoro sessuale come lavoro non salariato”. Ha concluso il proprio intervento dicendo che a determinare il fatto che sempre più donne e uomini si dedichino al lavoro sessuale o cadano vittime di tratta è il governo, con le proprie riforme lavorative sopprime i diritti sul lavoro conquistati molti anni fa, e non certamente i clienti delle lavoratrici sessuali.

Krizna, lavoratrice del sesso transgender integrante del laboratorio di giornalismo “Aquiles Baeza” ha detto: “che ascoltino tutti coloro che sono scesi in piazza questo primo maggio, il settore delle lavoratrici sessuali oggi è presente per esprimere l’esigenza che venga rispettata e riconosciuta questa professione, e che si cancelli la legge del Distretto Federale in cui si criminalizzano la lavoratrice sessuale e il suo cliente.”

Alle 12.30 è terminata la protesta delle lavoratrici del sesso, poiché stavano arrivando gruppi di lavoratori di altri settori che considerano il gruppo specifico delle lavoratrici sessuali come non importante per la propria battaglia per un Messico più giusto e democratico.  

Precedentemente a questo corteo si sono tenute varie assemblee con lavoratrici sessuali nelle sedi della Brigata di Strada, organizzazione che si dedica alla prevenzione di Hiv e Aids e della tratta di persone. Riunioni che si sono realizzate per strada e negli hotel, in cui molte donne hanno espresso la propria indignazione, argomentando: “perché ci perseguitano, se il corpo è nostro?”, o “se noi non chiediamo soldi al governo, che il governo non en chieda a noi”. Una donna ha aggiunto inoltre che da un lato i funzionari di governo le criticano, mentre dall’altro chiedono loro servizi sessuali.

 

 

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Brigada Callejera de Apoyo a la Mujer “Elisa Martínez”, A.C.

“Coloro che sono state vittima di prostituzione si liberano delle proprie catene quando la relazione sociale che le schiavizza termina. Le lavoratrici e i lavoratori del sesso si libereranno dello sfruttamento di cui sono oggetto quando distruggeranno la proprietà privata, insieme ai lavoratori dei campi e delle città.” 

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