Non ho paura dei sicari o della delinquenza organizzata,
ho paura del governo, che questo mi faccia sparire
e se ciò dovesse succedere, sarà ovviamente il governo
quello che mi farà uccidere…sono loro che ci stanno attaccando…
le autorità, l’esercito e la marina.
Mi sento perseguitata da parte loro e anche dalla nostra polizia.
Nestora Salgado
26 agosto. Recentemente, in una intervista video realizzata con Caminante TV, Nestora Salgado García, coordinatrice regionale delle autorità comunitarie e comandante regionale della polizia comunitaria di Olinalá, denunciò la pressione, la persecuzione costante e le minacce di morte che hanno subito da parte delle autorità.
La polizia comunitaria di Olinalá si formò all’inizio di quest’anno con l’intenzione di difendere la gente dal crimine organizzato, vista la inefficacia e disinteresse delle autorità governative ufficiali. Di seguito le parole di Nestora:
“Loro non avevano occhi né orecchie perché per loro non stava succedendo nulla. In quanto stanche che le autorità non intervenissero, abbiamo dovuto farlo per bisogno, paura, per la necessità di difendere la nostra gente e noi stessi. Altrimenti chi altro l’avrebbe fatto al nostro posto? Che dovevamo aspettare? Che ci uccidessero? Certo che no. Fu così che il popolo si sollevò in armi, come fu diffuso in quel momento”.
“Ogni quartiere propose i suoi poliziotti, non abbiamo imposto nessuno, tutti sono di Olinalá, […] abbiamo un gruppo operativo, uno investigativo e la gente che sta dalla nostra parte: così si è formata la Polizia Comunitaria”.
“Conformammo la Polizia Comunitaria per paura e per necessità di proteggerci”.
Olinalá si sollevò in armi il 27 ottobre 2012 per difendere la sua popolazione dai gruppi del crimine organizzato e fu solo più avanti che cominciarono ad avere la consulta e si integrarono alla Coordinadora Regional de Autoridades Comunitarias (CRAC): “Senza sapere che esistesse una polizia comunitaria, noi ci organizzammo come compagni e come amici”
Però il lavoro della polizia comunitaria ha dato fastidio alle autorità, per il fatto di denunciare costantemente le distinte maniere con cui si favoriscono i grandi commercianti, affinché possano controllare la vendita di determinati prodotti, allo stesso modo delle alte tariffe elettriche della CFE (Commisione Federale Elettricità). Inoltre prima della nascita della polizia comunitaria, la popolazione stava denunciando inutilmente: l’impunità, la mancanza di indagini delle polizie municipali e del personale del comune, prove di estorsioni…
Appena qualche giorno prima dell’arresto di Nestora Salgado da parte di elementi della marina, il 21 agosto lei denunciò che un gruppo di militari era salito sul tetto di casa sua, mirando alla gente, a modo di intimidazione.
Nonostante il governatore Ángel Aguirre ha dichiarato in diversi spazi il rispetto al ruolo delle polizie comunitarie e soprattutto della validità della legge 701 che legittima il loro lavoro da mercoledì sono state arrestate 29 persone fra: coordinatori, autorità comunitarie e poliziotti comunitari di Guerrero.
Lo stesso Aguirre, lo scorso 14 novembre, nella città di Olinalá, assicurò che avrebbe appoggiato la formazione della Polizia Comunitaria, consegnando dopo qualche mese un mezzo, anche se dopo dimenticò gli altri appoggi che aveva promesso.
Il governatore aveva insistito in diverse occasioni a riguardo: “quelli che escono dalla giurisdizione e quelli che portano armi che non possono essere utilizzate dai gruppi di polizia comunitaria, dovranno essere sanzionati”.
Sta di fatto che gli arresti sono avvenuti nel territorio comunitario da parte dell’esercito e della marina, come una minaccia alla libera determinazione dei popoli della Montaña di Guerrero.
Dopo giorni senza aver ricevuto notizie, si è saputo che Nestora Salgado era detenuta nel carcere di massima sicurezza el Rincón, di Tepic, nello stato di Nayarit; questo solo perché suo marito, che vive a Seattle, si è meso in contatto con l’ambasciata nordamericana in Messico, per informare che Nestora ha la cittadinanza statunitense.
In questo modo si è saputo dove si trovava e il motivo della detenzione: l’accusa è di aver sequestrato e torturato il síndico Armando Patrón. La polizia comunitaria di Olinalá lo aveva arrestato un paio di settimane prima, avendolo sorpreso a portarsi via una vacca che non gli apparteneva, con il lasciapassare del ministero pubblico di Huamuxtitlán.
La gente di Olinalá lo ha segnalato in più di un’occasione come la persona che copre i criminali che lavorano per il priísta Eusebio González Rodríguez, presentando varie prove al Comune senza che fossero prese in considerazione.
Ieri c’è stata una marcia a Olinalá, dove in centinaia reclamarono la libertà di Nestora Salgado, come anche dei poliziotti comunitari detenuti ad Ayutla e Tlatlauquitepec.
Nel comunicato della Polizia Comunitaria si enfatizza:
“Sr. Governatore le ricordiamo che non siamo delinquenti, siamo cittadini comuni, persone che solo stanno cercando la tranquillità per la propria gente. La invitiamo ad investigare sulla modalità del corrotto e insaziabile Presidente Municipale Eusebio González Rodríguez e della sua famiglia, lì incontrerà i delinquenti e ben organizzati”.