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Equipe argentina si oppone alla Procura dello stato : non ancora sono stati identificati i corpi ritrovati nelle fosse comuni di Iguala

immagini tratte dalla zone del ritrovamento delle fosse comuni

immagini tratte dalla zone del ritrovamento delle fosse comuni

L’equipe argentina di Antropologia forense (eaaf) informò che non ha ancora i risultati per scartare l’ipotesi che i 28 corpi ritrovati nelle prime cinque fosse comuni di Iguala non corrispondano a quelli degli studenti della Normal.
“Noi rispettiamo ciò che ha detto il procuratore ((Jesús Murillo Karam), però noi abbiamo i nostri risultati e continuiamo il nostro lavoro finchè non arriveremo a dei risultati nostri e possiamo seguire così con le perizie in maniera indipendente e possiamo compiere il nostro dovere con le famiglie”.Queste sono le parole del portavoce dell’organizzazione internazionale che lavora per le identificazioni dei corpi invitati dalle famiglie dei ragazzi scomparsi, dagli studenti della Normal e dalle organizzazioni dei diritti umani che l’accompagnano.
L’ esperto informò che “possibilmente in tre settimane” , possono consegnare i loro risultati .
Queste informazioni sono state riferite dopo che il titolare della PGR (procura),Jesús Murillo Karam,annunciò in una rassegna stampa che i 28 corpi riesumati dalle prime cinque fosse trovate una settimana dopo i fatti accaduti in Iguala, non appartengono ai 43 studenti della Normal scomparsi.
“Nelle prime fosse comuni trovati(…)vi posso affermare che non corrispondono al DNA dei familiari di questi giovani”,sottolineò e indicò che nel secondo gruppo non furono ritrovati i corpi, y nel terzo – scoperto grazie alle ricerche della polizia comunitaria – sono appena iniziati i lavori di scavo.
Intanto il portavoce dell’organizzazione menzionò che l’equipe di 11 esperti di distinti paesi (composto da antropologi,archeologi,medici forensi, criminologi e esperti in balistica) affermò che non sono ancora stati analizzati i resti presi dai corpi.
“Abbiamo preso i campioni alle famiglie, ma stiamo continuando ancora con le analisi dei resti, ed i macchinari che stiamo utilizzando in laboratorio hanno il loro tempo”. Informò in un intervista telefonica.
Il laboratorio che si sta utilizzando si trova in Virginia negli Stati Uniti.
“Siamo periti indipendenti e le famiglie sono informate del tempo che impiegheremo per le analisi. Di ciò ne abbiamo già parlato con loro. Noi non abbandoneremo tutto e non ce ne andremo fino a quando non raggiungeremo i nostri risultati”aggiunse.
Il portavoce non è stato identificato per questioni di sicurezza, ma l’equipe sta già lavorando in Guerrero, ma a nome di questo gruppo informò che ebbero accesso soltanto alle prime 5 fosse comuni dove sono stati ritrovati i 28 corpi, scoperta il 4 di questo mese.
Bisogna menzionare che la Fiscalìa di Guerrero affermò che le fosse ritrovate erano 6, ma dopo 6giorni la procura smentì questa notizia e affermò che erano cinque. Mai spiegarono le motivazioni di questa confusione.
L’equipe internazionale, invece, non ebbe mai accesso ai corpi del secondo gruppo composto da quattro fosse comuni, il quale ritrovamento fu annunciato da Murillo Karam – prima d’informare le famiglie -, il quale aggiunse che i corpi erano bruciati come quelli ritrovati nel primo gruppo, compartendo così lo stesso modus operandi.
I giornalisti ed i fotografi che stavano di guardia fuori dall’area del secondo ritrovamento poterono notare un certo nervosismo del personale del PGR, e sembrava che non trovavano le fosse come il procuratore l’aveva descritte e non riuscirono nemmeno ad ubicare la quarta fossa annunciata. In quell’occasione bloccarono l’accesso ai periti della Procura Generale. Nemmeno i periti argentini poterono aver accesso alla zona.

L’EAAF non volle qualificare le dichiarazioni di Murillo Karam, il quale scartò del tutto l’ipotesi che i resti ritrovati appartenessero al corpo degli studenti.
“Le notizie che ci arrivano sono incomplete. Il procuratore parlò solo del ritrovamento di 28 corpi. Sappiamo ciò che ha detto, ma dobbiamo seguire il nostro lavoro e non vogliamo assolutmante che le famiglie pensino che le abbandoneremo”.
Le altre fosse sono state scartate proprio dal governo stesso, e noi non possiamo lavorare in queste”.
Dopo le denunce che fecero Amnesty International e il Centro per i Diritti Umani Tlachinollan , le quali affermano che il governo messicano sta ostacolando la partecipazione dell’equipe argentina di esperti, l’intervistato menzionò: “ é migliore (la relazione), molto, c’è sempre una certa avversione però è migliorata”.
Sabato scorso, proceso.mx.com aveva informato che alla stessa ora in cui il governatore Ángel Aguirre Rivero presumeva un sua collaborazione con l’ EAAF, gli esperti argentini incontrarono l’accesso bloccato alle fosse comuni e sono stati esclusi da una riunione con il governo federale.
“Ci sono stati una serie di ostacoli al loro lavoro” informò l’avvocato Vidulfo Rosales, di Tlachinollan,in un intervista. “ Non gli fu permesso l’accesso alle fosse nonostante che il governo federale accordo il loro ingresso per svolgere le loro mansioni. Ma sembra che il permesso non sia arrivato, e non gli permisero l’accesso ed oggi s’incontrano al SEMEFO a continuare i loro lavori”.
L’ equipe è riconosciuta mondialmente per i lavori d’identificazione dei resti umani in paesi dove sono accaduti violazioni di massa dei diritti umani, come in Argentina nei tempi della dittatura, Colombia, Chile,El Salvador, Guatemala, Honduras, Haiti,Perù, Bosnia, Kosovo, Crozia,Sierra Leone,Irak, e negli ultimi anni in Messico, per gli omicidi di donne in Juarez, Chihuahua, e nelle fosse comuni di San Fernando, in Tamaulipas.
Secondo l’avvocato del Centro dei Diritti Umani che ha accompagnato gli studenti e le famiglie, anche se il governo statale e federale manifestano pubblicamente il loro beneplacito per l’ingresso della prestigiosa equipe argentina nell’identificazione dei cadaveri, in realtà gli hanno impedito di svolgere il loro lavoro.
“Non gli viene permesso di entrare e di prendere le prove perchè arrivarono i periti del PGR. Ci furono problemi anche per l’accreditamento a livello legale e non gli fu permesso perchè non avevano con loro i documenti originali che confermavano la loro esperienza, e quando la situazione doveva districarsi,mancava proprio il ministero pubblico che doveva essere il tramite per farli lavorare nella Normal( prendendo campioni di DNA) e nel SEMEFO”,disse.
“furono due giorni di martirio e di complicazioni ed infine il terzo giorno la situazione tornò alla normalità”spiegò.
Per queste prime ore perse ed arrivarono alle prime cinque fosse – dalle quali recuperarono 28 corpi- quando le riesumazioni erano terminate. “Non ebbero la possibilità di partecipare.
“l’ultimo ostacolo è stato il non permettergli l’ingresso alle ultime quattro fosse scoperte”affermò all’uscita di una riunione con i genitori dei giovani.
Venerdì 10 ottobre Amnesty denunciò attraversò un comunicato che la ricerca era “caotica ed ostile”e che “i periti internazionali nominati dai familiari dei ragazzi scomparsi”non hanno potuto accedere alle fosse per realizzare il loro lavoro.
Secondo le informazioni riportate da Al, le attività realizzate dagli agenti del ministero statale sopra le riesumazioni dei resti trovati trovati nelle sei fosse scoperte precedentemente presentavano molte lacune, le quali che rendono difficile l’identificazione dei corpi.
“E’ fondamentale che i periti internazionali abbiano accesso immediato e senza restrizioni a tutte le investigazioni forensi che si stanno svolgendo”specifica il comunicato.

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