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Brigada Callejera: La lotta è appena cominciata

PrintD.F, le lavoratrici sessuali sono state riconosciute come lavoratrici non salariate
il GDF dovrà consegnarle le credenziali di non salariate.
E convocano una conferenza stampa.

di Jaime Monteyo dell’ Agencia de Noticias Independiente Noti-Calle, Mexico, D.F: 11 febbraio 2014.
Dopo più di tre anni che la Brigada Callejera de Apoyo a la Mujer “Elisa Martínez”, iniziò con un pugno di donne e di transessuali degne della Red Mexicana de Trabajo Sexual, una serie di ricorsi giuridici per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori sessuali, e grazie alla perseveranza di Bárbara
Zamora y el Bufete Tierra y Libertad, riuscirono nel loro intento: il riconoscimento come lavoratori e lavoratrici non stipendiati.
Questa lotta giuridica fu un accordo dell’assemblea generale nel 1997, ripreso in differenti incontri nazionali della Red Mexicana de Trabajo Sexual, in cui si pone una differenza tra il lavoro sessuale e la tratta della persona.
La lotta è appena cominciata, in quanto oggi un gruppo di integranti della VI Legislatura del Distrito Federal pretende che questo riconoscimento sia limitato solo ad un controllo sanitario anticostituzionale e discriminante che avanza la pretesa di stabilire delle zone di tolleranza come la strada Luis Donaldo Colosio nella delegazione Cuauhtémoc.
Dall’altra parte, presidente della Brigada Callejera, Bárbara Zamora, titular del Bufete Tierra y Libertad e le lavoratrici del sesso che hanno partecipato, convocarono una conferenza stampa, il 13 febbraio alle ore 13 nella struttura sita in Calle Corregidora 115, despacho 204, colonia Zona Centro, tra calle Limón e calle Santa Escuela.
La Brigada Callejera è membro della Red Latinoamericana y del Caribe Contra la Trata de Personas, parte regionale dell’ Alianza Global Contra la Trata de Mujeres (Global Alliance Against Traffic in Women)REDLAC- GAATW e da più di 20 anni lotta contro la diffusione dell’AIDS, la discriminazione delle lavoratrici sessuali, lo sfruttamento sessuale e la tratta di persone.
Al grido “L’angolo (della strada) è di chi ci lavora”, le lavoratrici del sesso della Merced e di Tlalpan hanno manifestato, a partire dal 2006, ogni primo maggio fino ad oggi.
Quest’anno manifesteremo annunciando al resto della classe lavoratrice e del movimento ampio del lavoro sessuale in Messico, che con la perseveranza si ottengono le conquiste, anche se l’oscurità del cammino annuvola le nostre vite.

La decisione gli permetterà di acccreditarsi ed ottenere altri benefici, come botteghe
i lavoratori del sesso vincono in giudizio e ottengono il riconoscimento come lavoratori non salariati .
Gli fu violato il diritto alla salute, specialmente a quella sessuale e legata alla riproduzione.
Jesús Aranda, La Jornada, Martedì 11 febbraio 2014, p.15

*http://www.jornada.unam.mx/2014/02/11/politica/015n1pol *

Un giudice federale accettò il ricorso di un gruppo di lavoratori del sesso, in cui vengono considerati come lavoratori non salariati e furono accreditati come tali, in quanto limitare la prostituzione ad un lavoro disonesto, e per il fatto che viene considerato come una “mancanza” amministrativa, nullifica il suo diritto al lavoro.
Il primo giudice del distretto dell’area amministrativa, Paula María García Villegas, formulò un antecedente ed aggiunse che la costituzione federale non proibisce la prostituzione, ma sottolinea che l’esercizio del diritto alla libertà del lavoro viene condizionato solo dalla possibilità di causare danni a terzi o alla società in generale o che l’attività sia illecita.
Non si devono stigmatizzare i lavoratori e le lavoratrici del sesso per motivi morali ne tanto meno vederlo dal punto di vista di quei membri della società che se ne scandalizzano, non considerando la profonda complessità che presenta, come la situazione di vulnerabilità e di emarginazione che soffrono, osservò il giudice, la quale sottolineò che ai lavoratori del sesso viene negato il diritto alla salute, in special modo quella sessuale e procreativa, il diritto all’educazione, ed in alcuni casi viene violata la propria dignità umana.
La problematica che ruota intorno al mondo della prostituzione è molto più complessa della semplice “qualificazione” morale o la de-classificazione semplicistica di questo ufficio,considerato come un lavoro che non si può considerare onesto, degno e socialmente utile, sottolineò.
I querelanti impugnarono la costituzionalità dell’articolo 24 comma VII della Ley de Cultura Cívica del Distrito Federal, che fu utilizzata come fondamento, in quanto il giorno 4 marzo del 2013 la sotto direzione del lavoro non salariato della Segreteria del lavoro del governo del Distretto Federale gli negò il riconoscimento come lavoratori non salariati, avanzando l’argomento che questa norma prevede il lavoro del sesso come un’infrazione di carattere amministrativo, nel momento in cui vi è una denuncia da parte dei residenti di un quartiere.
García Villegas ordinò alle autorità del lavoro capitoline di emettere le credenziali sollecitate dai denuncianti come lavoratori non salariati; che gli venga spiegato che essi godono di diritto all’educazione, alla salute, all’alimentazione, ad un’abitazione degna ed ai suoi diritti in campo del lavoro (per esempio la possibilità di creare associazioni sindacali), e che gli siano offerti gratuitamente corsi di formazione in modo che possano avere un’alternativa a livello professionale in modo che si trovino nella condizione di poter scegliere, secondo il loro desiderio, di dedicarsi alla prostituzione o in un’altra attività.
La sentenza passa la responsabilità alle autorità amministrative di prendere nota dell’assunto e di informare, preparare e proteggere questo vulnerabile gruppo sociale.

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